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Nelle prime pizze

La nostra pizza nasce da una tradizione molto lontana. La persona che portò l'arte al nord è Alfonso Mansi, marito di Fausta Vanacore e fondatore della Pizzera da Fausta di Treviso. Nel 1957 Alfonso, Francesco De Rosa e Liberato Vanacore si trasferirono nella provincia di Treviso, dove iniziò tutto. 

Mansi aveva già avuto esperienze nel settore, in quando aveva gestito un ristorante nella costiera di Amalfi.

Ovviamente Mansi era figlio della sua terra e con lui si portò e tramandò il modo in cui nei Monti Lattari si faceva la pizza. La pizza nasceva, diversamente da Napoli per cui era un cibo da strada, come un prodotto della panificazione. Ad Agerola, ma in ogni altro paese della zona le famiglie avevano il forno per il pane, un pane di farina integrale poco raffinato, quasi un tipo 1. Il forno aveva una volta bassa e la temperatura del fuoco era più bassa, l'idratazione della pasta era minore di quella che si usava per la pizza napoletana.

Tutto questo perchè la pizza nasceva come prodotto dell'impasto del pane e si faceva nel momento in cui la famiglia faceva il pane. La si poggiava in teglie, la si condiva con i prodotti che si avevano, sugo di pomodoro, aglio, guanciale e altri prodotti. La mozzarella era un bene troppo prezioso e costoso. 

Con questo retaggio culturale abbiamo la nostra pizza, che conserva proprio nel tipo di cottura questo suo retaggio.

 

Ada Vanacora, sorella di Fausa, nel 1958 venne a Treviso insieme al marito Alfonso Naclerio per aprire la loro pizzeria a Bassano del Grappa, la pizzeria al Vesuvio. 

In quell'occasione Ada imparò direttamente da Alfonso come fare la pizza e ci porta la sua testimonianza.

 

Veniva fatto tutto a mano, dalla pasta al taglio della mozzarella. 

I tipi di pizza erano pochi 

  • Marinara (solo pomodoro, aglio e origano)
  • Margherita (pomodoro, mozzarella)
  • Romana ( pomodoro, mozzarella e acciughe sotto sale)
  • Prosciutto
  • Fughi
  • Carciofi
  • Prosciutto e Funghi
  • Capricciosa
  • 4 Stagioni
  • Calzone ( con dentro prosciutto e funghi)
  • Sorpresa (una capricciosa con l'uovo e ricoperta dalla pasta di un'altra pizza)

Il panello pesava 180g, di farina 0 e il diametro era quello di un sottopiatto, cotte a fiamma media.

 

C'è il ricordo che agli inizi degli anni 70 una bibita e una pizza costavano 150 lire.

 

Oggi noi conserviamo nel nostro menù tutte queste pizze e anche se la farina oggi è la 00 e il diametro della pizza è aumentato possiamo dire che conserviamo questa tradizione antica.

 

 

 

 

 

 

 

 

In questa foto troviamo tre delle sorelle Vanacore.

 

Fausta (da Fausta a Treviso), Armonia ( da Rosalba a Roveredo, Sacile e Pordenone), Ada (al Vesuvio a Bassano del Grappa)