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Tempio di Apollo

Pochi sanno che Sacile ha anche la sua origine mitologica, ci parla di tutto questo lo stesso Italico Nono nel suo libro "Sacile e Le cartelle del livenza" nel 1922. Questa leggenda sarà ripresa da Natalino Borsetti un maestro Sacilese classe 1911 che nel 1952 diventerà Ispettore onorario ai monumenti per Sacile-Caneva-Polcenigo-Budoia-Fontanafredda-Brugnera. 

 

Natale Borsetti pubblica un articolo dal titolo altisonante “Leggente e storia – Sulle origini della Città di Sacile – le origini secondo la leggenda” nel Numero Unico del 1960 pubblicato dalla Pro Sacile in cui ribadisce le sue teorie sulla fondazione di Sacile e cita la leggenda. Borsetti è convinto che Sacile fu fondata dai Troiani e porta come prova di tale avvenimento la particolarità fonetica del nome della città, infatti Sacile viene chiamato in varie epoche “Zazil”, “Sacilio”, “Sicilio” o “Siclie”, mai viene chiamato invece “Sace” o “Sacello”. Tale particolarità fa notare Borsetti ci farebbe propendere più per una radice del nome Greco, avendo la zeta greca che non esiste in latino, piuttosto che un nome più latino come “Sacello”.

Da questa considerazione quindi Borsetti osa e fa ricondurre alle origini della città a Antenore, un anziano troiano famoso per la sua saggezza e per aver esortato i suoi popolo a restituire Elena a suo marito per evitare la guerra contro gli Achei. La tradizione vuole che fu uno dei pochi sopravvissuti alla distruzione della città, secondo Tito Livio, gli fu concessa la libertà e così giunse in Veneto con la moglie, i figli e alcuni alleati troiani. In Veneto, sem- pre secondo Tito Livio, fondò Antenorea poi denominata Padova nel 1132 a.C. Probabilmente Tito Livio ha creato questa leggenda per avvicinare la sua città a Roma che secondo la leggenda fu fondata da Romolo un discen- dente di Enea, secondo l’Eneide di Virgilo. Enea, secondo la leggenda, fu il principe dei Dardani che partecipò alla guerra di Troia dalla parte dei Tro- iani, alla caduta della città giunse in Italia dopo un lungo viaggio.

Quindi Bossetti non solo afferma convintamente che Antenore morì qui e non a Padova dove vi è una sua presunta tomba (sita in Piazza Antenore e contiene i resti di un ungaro morto nel IX secolo) ma che “troppe ragioni ci riportano oggi a non rinnegare Ilio come nostra antichissima madre”. Le affermazioni di Borsetti forse non saranno mai provate ma ci donano una interessante leggenda su cui sognare:

“Si dice dunque che Zazil (non esiste la lettera latina) pronunciato con ripetuto zeta greca sia stata fondata da Antenore, che, vecchio e sofferente nella nebbia di Padova, si fece portare ancora sul mare alla ricerca di una zona meno umida e così risalito un fiume profondo, freddissimo e molto pescoso, dalle sponde lussureggianti e boscose, spesso abbia sostato qui, poco lontano dai monti, in una isola sicura, naturale, del fiume.” 

Ma è tutta una invenzione?

Probabilmente si, ma quando vennero effettuati i lavori di ammodernamento dell'edifico che diventerà la scuola media Nievo, Borsetti rivenne li dei capitelli e un busto di una statua dalle fattezze romaniche o ellenistiche. La sua gioia fu tale da immaginare anche l'ubicazione di un fantomatico tempio che si ergeva nei pressi della torre visibile oggi dentro il cortile di Palazzo Ragazzoni e che Apollo fosse il dio che i Troiani decisero di omaggiare. Del perché proprio Apollo e dell'effettiva realtà di tutto questo ad oggi non si sa nulla, si può solo speculare ovviamente, ma il busto esiste e ci fa porre delle domande. La ricerca spinta da Borsetti è ancora oggi aperta e speriamo che presto qualcosa di nuovo si possa aggiungere a questa storia.

Attualmente il busto si trova nel Museo dell'Apollo in Pizza Duomo a Sacile, visibile sotto appuntamento.
Attualmente il busto si trova nel Museo dell'Apollo in Pizza Duomo a Sacile, visibile sotto appuntamento.